Poesie
“In questa sezione ho voluto esporre qualcosa di molto personale, qualcosa che parecchie volte ho pensato di non voler condividere con chiunque.
Non poter decidere a chi far leggere quello che scrivevo mi faceva un pó paura; poi ho pensato che in fondo sí, scrivevo per capire meglio cosa mi passava per la testa, per mettere a fuoco le emozioni, le impressioni, i sentimenti, ma non solo; ho pensato che in fondo la cosa più bella è sapere che c'è qualcuno che in un momento della propria esistenza ha provato qualcosa di simile, qualcuno disposto a condividere con te queste esperienze, ad arricchire vicendevolmente le proprie sensazioni per non rimanere soli nei propri pensieri.
Sebbene sia così difficile scrivere poesie che abbiano quell'energia comunicativa e quell'equilibrio stilistico da farti saltare sulla sedia e sorridere e sentir scorrere un brivido dentro con tutta la pelle che ti si fa d'oca, non si può abbandonare la speranza di riuscire a contribuire al potente spettacolo con un proprio verso.
Così alcuni dei miei, per quanto ingenui e banali, li trovate in questa sezione.” Pisa, 2004
Lacrime
Siamo come bambini
e come per i bambini
è una sensazione strana guardare avanti;
fino a ieri innamorati di oggi,
sempre appresso a una stella
seppur fievole asciugava ogni lacrima.
E scende giù,
candido e puro,
un rivolo:
luccicante lamina di pelle,
come ruscello
nel manto bianco di una collina innevata
a riflettere in un attimo
l'immensità del tetto del mondo.
Oppure degli occhi,
sorgente incontaminata
da cui proviene l'umidità di un sentimento,
ricordo ancestrale e sempre innato di ciò che siamo,
messaggio indecifrabile di ciò che saremo.
Intimità e oracolo per ciascuno di noi.
Spesso si spenge tra le labbra in un bacio dato e ricevuto,
segno che forse si è pianto abbastanza.
Il sapore del sale,
il pensiero del mare,
chissà come e il volto si distende in un sorriso.
Si cresce, a volte ci guardiamo vivere
ed è come un lampo che mostra e spaventa.
Ora sento le lacrime come la pioggia:
sempre così pesanti e sembra strano,
da chiedersi ogni giorno:
Cosa ci ha reso così diversi
sotto il cielo e sulla terra immersi fino a soffocare.
E le colline sono diventate montagne,
a volte cime scoscese spazzate dal vento;
il ruscello un fiume in piena,
che non si placa mai finchè non arriva al mare
dove si immerge nella gioia infinita
di ridivenire la sua stessa origine.
Chissà se le tue lacrime
hanno lo stesso sapore delle mie.
Pisa, 6 Marzo 2003
Argini
"Con la testa troppo lontano per venire a lezione,
sono già sul treno...
ti saluto Parigi."
Anch'io con la testa sono sempre troppo lontano,
sempre molto più in là dei miei passi già svelti.
Tante strade che si intrecciano senza destino
ed io che le percorro con estrema gioia,
con tutta la gioia di vivere.
...più ci penso e più che vorrei farlo,
vorrei poterlo fare,
saper andare avanti senza più guardarmi indietro,
senza più freni o rotte già tracciate,
senza legami
L'argine dei miei desideri non sono più i monti frastagliati
come quando si era più piccoli, ma nuovi orizzonti invisibili,
più irti e scuri di quelle terre dove vedevo calare il sole
e a volte sono così maledettamente vicini e tristi;
quella sensazione di quiete,
di serenità,
l'abbandono sicuro alla vita,
placide carezze sul viso e promesse di un domani tutto più libero.
Anch'io ho visto tanti tramonti così
sensazioni che davano certe giornate dell'infanzia.
Ora queste emozioni non le sento più mie
e quello che vorrei è solo poter vivere davvero le mie fantasie,
senza timori.
Ma come posso sentirmi padrone del mondo
quando è il mondo che mi porta con sè ogni attimo che respiro
e quando le mie decisioni sono solo trame insicure.
Anch'io con la testa sono sempre troppo lontano,
eppure
a volte
mi sembra mai abbastanza vicino
a ciò che davvero desidero.
Toscana, 2003
Interrail
Lasciammo Praga nei guai
ce ne andammo senza voltarci
senza nemmeno salutarla;
e gia pensavamo a Cracovia.
Come marinai su oceani di metallo
non stiamo mai troppo nello stesso porto
e ogni volta in mente
abbiamo solo il viaggio
e la tappa successiva.
Eppure sento che la malinconia
è il vero motore
e vento
delle nostre idee.
Praga, 13 Agosto 2002
Tagli di vento
Rimane stanco
senza cattura
nel glaciale manto
e vento
senza confini
nella rassegnazione pallida
la calma di chi sa di non riuscire.
E' vetro tutt'intorno,
una fredda e trasparente carezza
sugli occhi languidi che non vedono
e ascoltano mulinelli di azzurra tramontana,
gelida al tatto.
Immobile senza ragione
metallico di tristezza nuova
già vista, già ascoltata,
ma mai assaporata fino in fondo.
Il corpo sopra la mente
mortali e presuntuosi
Giugno 2002
Piagge
Correre senza fatica,
il battito regolare e costante
a dividere il tempo,
quiete del respiro.
Io che mi muovo,
nel silenzio irreale
I passi veloci e lo sguardo fisso avanti,
verso la meta,
solo di tanto in tanto sfugge
verso i riflessi del fiume
e il sentiero imbiancato
dai fiocchi dei pioppi.
Silenzio e perfezione;
gocce di sudore sulla pelle
e dolci carezze dell'aria sul mio viso.
Tutto scorre,
passa veloce davanti ai miei occhi,
e poche volte ho respirato così tanta bellezza.
Il tramonto si specchia
nelle acque dell'Arno,
e dal bianco sotto ai miei passi
fino al rosso delle nuvole,
in cielo,
sono immerso nel calore
di un arcobaleno crepuscolare.
I profumi cambiano veloci,
forti e delicati
al ritmo del respiro.
Silenzio e perfezione
potrei non fermarmi mai,
poichè la meta non ha più importanza adesso.
Poche volte mi sono sentito così vivo,
poche volte ho sentito davvero i miei piedi
danzare sull'immenso pallone volante.
La consapevolezza porta grandi responsabilità:
correre è ciò che veramente voglio.
Pisa, Luglio 2003
Per Alberto
Quante mattine ti ho visto,
arrivare a piedi
da solo
lungo via San Lorenzo;
esile e un pò timido com’eri tu
con tutta la gioia sulle spalle
e con quello sguardo
di chi passa in mezzo alla gente e scivola via
senza far rumore
senza farsi notare.
Ai più non ti svelavi facilmente,
e ti intravedevo soltanto
certe volte
in quei momenti passati a parlare
tra le aule della Marzotto.
Ma ora è quell’immagine,
dentro di me,
ad essere indelebile.
Avrei tanto voluto urlarlo oggi
dentro la chiesa:
non c’era che bontà e intelligenza nel tuo sguardo
e solo la curiosità muoveva i tuoi pensieri.
E quanto avrei voluto rivederti
col tuo zaino e il tuo sorriso appena accennato
venirmi incontro piano, senza fretta, come facevi tu.
Non ci sei più
e i ricordi non ci bastano
sporcati come sono da tante immagini di sofferenza.
Eri grande e avresti potuto fare grandi cose;
ci lasci dentro un vuoto enorme
e l’invito a vivere al massimo ogni istante di questa vita.
Ma oggi,
e chissà per quanto,
fa male:
il dolore e la rabbia
che mi percuote dentro.
Pisa, 30 Agosto 2004
Un cammino
Sere inquiete
di metà Settembre
cerco parole terse
ricordi di tempi meno duri;
tra le ombre, le nascoste vie
senza inizio nè fine.
Come vento vorrei percorrerle
districarle veloce
capire perchè
non si dischiude ai miei occhi
la facile strada,
la serenità.
''Di quale segreto
che cerco
ho veramente bisogno'',
mi chiedo ogni volta,
che vano è ogni pensiero
perso in riflessioni mai nuove;
mi vedo solo
sempre più piccolo e immobile
a consumare gli anni
che soltanto prima erano il futuro;
con la sensazione a volte così forte
e vera
che la vita inganna e mitiga
l'anima del viaggiatore:
egli cerca sempre nuovi porti,
ma senza vedere davvero questo mare
che intanto gli si stringe attorno
fino a togliergli la passione
e il fiero trasporto.
Paura, rabbia, angoscia;
le cose finite, mortali,
regalano sentimenti poco graditi
agli uomini che amano il perpetuo navigare.
Mi chiedo, senza trovare risposte,
dov'è la strada
cosa conta davvero in questa vita;
e cosa nutrirà il mio desiderio
per questi mesi di freddo inverno all'orizzonte
e per tutti i giorni che voglio ancora vivere.
In piedi, attento e trepidante,
vado comunque,
suonando con la vita questo mondo
dagli infiniti tasti.
E che bella può essere
la melodia di un cammino.
Pisa, 14 Settembre 2004